«C’è una felicità sempre possibile “entro il battere d’ogni nostra ora“. Anche se dura un tempuscolo, puoi accorgerti di come la vita sia bella e salvarti dalle sue disillusioni e dai suoi veleni. Dipende solo da te, dal tuo imparare a vivere in quella capillarità». Nella riflessione da cui inizia e prende titolo il libro di Gian Carlo Maria Rivolta sta il filo conduttore dei venti capitoli di cui si compone. Si tratta di articoli suggeriti da temi e momenti di vita diversi – commemorazioni, commenti, ricordi, riflessioni, ritratti –, alcuni apparsi sotto l’occhiello editoriale di «elzeviro», ma tutti, anche quelli che per ampiezza e contenuti non ne hanno la natura, scritti con parole misurate e tono pacato, come proprio degli elzeviri di buona memoria e oggi decisamente controcorrente.
«Nei libri di Rivolta c’è tanta memoria, tanta bellezza e tanto garbo nel raccontare» (Lucio Lami, L’elzeviro non deve morire, in Aspetti e momenti di civiltà lombarda attraverso il ’900 leggendo gli elzeviri di Gian Carlo M. Rivolta).