La Beata Edvige Carboni (1880-1952) è una delle mistiche più singolari e forse meno conosciute della Chiesa. Non era una religiosa, ma una semplice donna del popolo; una santa della porta accanto, dalla vita ordinaria, umile, quasi nascosta, ma gratificata da doni speciali come la stigmatizzazione, la bilocazione, la levitazione, la lettura dell’animo umano.
Visse i duri periodi delle due guerre mondiali, l’affermarsi in Italia e in Europa di filosofie e ideologie atee, di politiche repressive e neopagane, tra personaggi le cui idee politiche avvelenarono la coscienza di molti. Eppure Edvige riuscì a vivere l’ordinarietà con una incredibile fortezza e in modo davvero straordinario, ponendo Dio al centro della sua esistenza personale e umana. Le sue virtù evangeliche furono cristalline, ammirevoli e contagiose. Collaborò con lo Sposo celeste nel portare la croce fino a essere configurata, nella sua carne, a Gesù crocifisso, che ricreò in lei i simboli della propria Passione: le stimmate.