In  “Dai nostri inviati al fronte” Fabio Fattore, visitando anche i luoghi che sono stati teatro della storia. ha voluto seguire il filo sottile che unisce Curzio Malaparte, Dino Buzzati, Guelfo Civinini, Paolo Monelli, Indro Montanelli, Orio Vergani, Angelo Del Boca, Ilaria Alpi… I protagonisti delle sue pagine sono giornalisti italiani che andarono in Africa orientale, per scelta o mestiere, e scoprirono un mondo diverso, rispetto a qualsiasi loro esperienza di viaggio: selvaggio, esotico, ma allo stesso tempo familiare perché legato all’Italia, dalla bandiera piantata ad Assab nel 1870 prima che Roma fosse capitale, all’eredità lasciata dopo quasi sessant’anni di colonie. È un mondo che si ama e si odia, offuscato da pregiudizi o preconcetti; non è facile farlo entrare in un articolo. Sono i testimoni di oltre cent’anni di guerre, guerriglie e fatti cruciali nel Corno d’Africa. Hanno assistito alla disfatta di Adua, alla conquista dell’Impero, alla resistenza etiopica, alla Seconda guerra mondiale e poi ancora all’amministrazione fiduciaria e alla decolonizzazione della Somalia, fino alla missione delle Nazioni Unite a Mogadiscio – con la battaglia di Checkpoint Pasta, la prima combattuta dagli italiani dopo il 1945 – e al conflitto fratricida tra Etiopia ed Eritrea del 1998-2000.