Don Marcello Stanzione, angelologo di fama internazionale, presenta ne “L’universo demoniaco” i profili di 30 mistici — da Antonio Abate a Martino di Tours, Ildegarda di Bingen, Francesco d’Assisi, Brigida di Svezia, Teresa d’Avila, Anna Caterina Emmerick, Giuseppe Cottolengo, Curato d’Ars, Giovanni Bosco, Teresa di Lisieux, Pio da Pietrelcina, Madre Speranza, Natuzza Evolo… — che hanno avuto contatto con demoniaco nella loro esperienza cristiana e lo hanno descritto nei particolari, superando l’abisso delle più tormentose possessioni.
Nell’epoca moderna, e soprattutto a partire dall’Illuminismo, riscontriamo una serie di tentativi sistematici tesi a mettere in discussione l’esistenza del diavolo. Pure alcuni teologi, prima fra i protestanti e poi fra i cattolici, hanno contribuito alla negazione della sua esistenza.
Notevole per la dottrina cristiana sulla demonologia è stato l’intervento di Paolo VI nel suo discorso del 15 novembre 1972: «Esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscerla [la terribile, misteriosa e paurosa realtà del demonio] esistente, ovvero chi ne fa un principio a sé stante, non avente essa pure, come ogni creatura, origine da Dio; oppure la spiega come una pseudo-realtà, una personificazione concettuale e fantastica delle cause ignote dei nostri malanni».
Nella Bibbia non si parla del diavolo se non per annunciare la vittoria di Gesù su di lui a favore dell’intera umanità. Con ciò si rivela che il discorso su Satana non è e non deve essere una sorta di informazione, in sé inutile e dannosa, sul diavolo medesimo, bensì un approfondimento riguardante il mistero dell’uomo e di Gesù.