Enrica Perucchietti e don Marcello Stanzione, in un libro unico nel suo genere, “Anime vaganti. Dallo sciamanesimo alla teologia cattolica. Sul destino dell’uomo dopo la morte“, ricostruiscono da un punto di vista antropologico e storico-religioso il fenomeno delicato e controverso della presenza tra noi delle cosiddette anime erranti dei defunti, note anche come fantasmi, secondo una tradizione millenaria che affonda le proprie radici nell’animismo ed è stata poi elaborata dall’ebraismo, dall’islamismo e dal cattolicesimo.
La paura che i morti possano tornare a tormentare i vivi ha ossessionato gli uomini dagli albori della civiltà, portando alla creazione di rituali, cerimonie e scongiuri. Secondo le credenze popolari, le anime inquiete dei defunti, che infestano luoghi o perseguitano gli sventurati che si imbattono in loro, hanno di solito una morte violenta o prematura alle spalle. Secondo alcune tradizioni sarebbero stati sepolti in modo inadeguato o dovrebbero scontare le colpe di cui si sono macchiati in vita.