Pablo Neruda
LA COPA DE SANGRE – LA COPPA DI SANGUE
A cura di Giuseppe Bellini

pp. 112 – € 12,91
ISBN 88-7198-404-8


“Entro in un cortile, sono vestito di nero, ho una cravatta da poeta, i miei zii sono tutti riuniti lì, sono tutti immensi, sotto l’albero chitarre e coltelli, canti che rapidamente interrompe l’aspro vino. E allora aprono la gola di un agnello palpitante e mi avvicinano alla bocca una coppa bruciante di sangue, tra spari e canti e mi sento agonizzare come l’agnello, e anch’io voglio arrivare ad essere un centauro, e, pallido, indeciso, perduto in mezzo all’infanzia deserta, levo in alto e bevo la coppa di sangue…”.

Autentici poemetti in prosa, i testi riuniti nel presente volume sono tra i più belli e significativi di Pablo Neruda. Attraverso essi è possibile cogliere la grande sensibilità del poeta, le sue inclinazioni verso l’autobiografia e l’evocazione mitica delle origini, di uomo della “frontiera”, di quel sud madido di pioggia che compare continuamente nella sua poesia e che è come il luogo dell’anima, non un paradiso perduto bensì una presenza fortificante lungo il corso di tutta l’esistenza. Verso di esso va “remotamente” la memoria, nella “straordinaria avventura dei treni”, tra boschi, chitarre e coltelli. I centauri de La coppa di sangue danno un senso mitico ed eroico alla durezza della vita dei pionieri, nella quale si afferma il culto della forza e dell’avventura, ma anche un messaggio che scaturisce dalle presenze familiari defunte, che confermano al poeta la sua “connessione interminabile con una determinata vita, regione e morte”.

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