Marcello Stanzione
I PAPI E LA CHIESA DELLA FINE DEI TEMPI nella profezia di San Malachia

pp. 160 – € 16,50
ISBN 978-88-7198-815-3


La Profezia di Malachia è un testo sul destino dei papi e della Chiesa su cui sono state scritte innumerevoli pagine per avvalorarne o smentirne la credibilità. La prima pubblicazione conosciuta risale al 1595, a cura del benedettino fiammingo Arnold de Wion.

San Malachia, arcivescovo di Armagh in Irlanda, morì nel 1148 in Francia a Clairvaux (Chiaravalle) con l’assistenza spirituale di san Bernardo, il quale successivamente ne scrisse la biografia.

Secondo la leggenda, Malachia avrebbe ricevuto in visione un elenco di 111 motti relativi ai papi che sarebbero succeduti a Innocenzo II, a cominciare da Celestino II nel 1143.

Riguardo ai motti dei papi della nostra epoca: Ignis ardens (Fuoco ardente) sarebbe Pio X per la sua carità; Religio depopulata (Religione spopolata), Benedetto XV per i massacri della Prima guerra mondiale; Fides intrepida (Fede intrepida), Pio XI per la condanna di Hitler e della sua politica; Pastor angelicus (Pastore angelico), Pio XII per il suo aspetto ieratico, che lo faceva apparire come sospeso fra Cielo e Terra.

Secondo la profezia di san Malachia, in seguito non vi sarebbero stati che sei papi: in  Pastor et nauta (Pastore e navigante) possiamo vedere Giovanni XXIII; in  Flos florum (Fiore dei fiori) Paolo VI; in  De medietate Lunae (Del medio periodo della luna) Giovanni Paolo I; in  De labore Solis (Della fatica del sole) Giovanni Paolo II; e infine in  De gloria olivae (Gloria dell’olivo) Benedetto XVI e in  Petrus Romanus (Pietro II) l’ultimo papa.

Con Pietro II finisce la Chiesa, Roma viene distrutta, ed è la fine dei tempi per Malachia. L’anima religiosa scorge tuttavia, nello scenario della desolazione totale che inghiotte l’uomo insieme alla Terra che lo ha visto nascere, la venuta del Giudice che supera ogni volere come ogni velleità umana.

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